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Human rights and family status (brochure)

Codice dei Diritti Umani dell’Ontario (Ontario’s Human Rights Code)

Il Codice dei Diritti Umani dell’Ontario (il Codice) garantisce a tutti uguali diritti e opportunità, oltre alla libertà da ogni forma di discriminazione. Il Codice riconosce la dignità e il valore di ogni essere umano nell’Ontario, in termini di impiego, abitazione, strutture, servizi, contratti, partecipazione a sindacati, associazioni di categorie o professioni.

Il Codice protegge chiunque da queste discriminazioni, anche se basate sulla situazione familiare.

Cos’è la situazione familiare?

Il Codice definisce “situazione familiare” come “quella in cui si trova la persona all’interno della relazione genitori-figli”. Ciò può comprendere anche un tipo di relazione analoga ma non necessariamente basata su vincoli di sangue o su forme di adozione legale, bensì su concetti di assistenza, responsabilità e impegno. Ad esempio l’assistenza che i genitori danno ai figli (anche adottati, affiliati o per quelli del coniuge), la cura di chi si preoccupa per i genitori che invecchiano o i parenti disabili e le famiglie guidate da persone lesbiche, gay, bisessuali o transgender.

Prevenire la discriminazione

Come primo passo per prevenire la discriminazione, i datori di lavoro, i fornitori di servizi, i proprietari di abitazioni in affitto e la società in generale devono riconoscere i diritti umani basati sulla situazione familiare. Se queste esigenze non sono riconosciute e tutelate, chi offre assistenza in ambito familiare trova spesso barriere nell’accesso alle abitazioni, al lavoro e ai servizi.

Ciò vale soprattutto per le donne, che forniscono molta dell’assistenza familiare nella società odierna, e per le famiglie a basso reddito, che possono avere un’occupazione precaria e problemi nel permettersi assistenza, servizi e abitazioni a prezzi accessibili.

Prima o poi, nel corso della nostra vita, quasi tutti abbiamo bisogno di dare o ricevere cure assistenziali e desideriamo che i diritti della nostra situazione familiare siano riconosciuti.

Anche chi offre assistenza in famiglia è protetto dal Codice da ogni tipo di discriminazione e molestia legata a disabilità, stato matrimoniale, sesso (gravidanza, allattamento, identità di genere), orientamento sessuale, razza, colore della pelle, etnia, religione, età e ricevimento di assistenza sociale (in casa). La protezione si applica anche se chi presta le cure è associato a una sola di queste situazioni.

Un esempio può essere costituito da un uomo che conviva e presti assistenza a un parente con una disabilità motoria. La richiesta di affitto di un appartamento da parte dell’uomo viene rifiutata dal proprietario perché ha paura che, accogliendolo come inquilino, sia poi costretto ad apportare delle modifiche al suo appartamento per accomodare la persona disabile. L’uomo denuncia questo comportamento discriminatorio, basato sulla sua convivenza con una persona disabile.

Seguono altri esempi di persone che potrebbero subire limitazioni ai propri diritti umani in seguito alla loro situazione familiare (e per altri motivi):

  • Una madre non riesce a trovare un appartamento perché i proprietari non affittano alle ragazze madri.
  • Il genitore di un bambino disabile è costretto a rinunciare al suo lavoro perché il manager non vuole assegnargli un orario flessibile e lui o lei non riesce a portare il bambino agli appuntamenti medici durante le ore d’ufficio
  • A una donna viene rifiutata una promozione perché il manager è convinto che le lavoratrici madri non siano completamente dedicate al loro lavoro
  • Un bambino la cui custodia sia condivisa fra i genitori ha bisogno di orari flessibili per lo scuolabus
  • Una famiglia numerosa e ampliata di immigranti incontra discriminazioni nel cercare un appartamento a causa del numero di persone che vi abiteranno
  • Famiglie rifiutate dai proprietari di appartamento in affitto perché giovani o dipendenti dal sussidio sociale
  • Persona gay o lesbica che assiste il partner a casa e si vede negato il diritto di visitare in ospedale il figlio o il genitore del partner oppure le viene negato il periodo di aspettativa dal lavoro per prendersi cura del partner

Impiego e situazione familiare

Le persone che si trovano in una relazione genitore-figlio hanno diritto a un trattamento ugualitario sul luogo di lavoro. I datori di lavoro non possono discriminarle nell’assunzione, promozione, formazione, benefici, condizioni di lavoro o cessazione del rapporto lavorativo solo perché si prendono cura di un familiare.

Le persone che assistono un familiare possono essere erroneamente considerate meno competenti, dedicate o ambiziose di altre – spesso in seguito a stereotipi di genere – e possono essere sorpassate da altri nei loro diritti alle promozioni, alle opportunità di apprendimento e riconoscimento. Quando le strutture, le procedure o la cultura del luogo di lavoro escludono o svantaggiano le persone che assistono  un familiare, il datore di lavoro ha l’obbligo legale di effettuare le modifiche necessarie per soddisfare le necessità di queste persone. Questo è quello ch si chiama il “dovere di adeguamento”.

Alcuni esempi di adeguamento sono:

  • Fornire un orario di lavoro flessibile
  • Consentire al lavoratore di ottenere permessi per assentarsi dal lavoro allo scopo di prendersi cura della persona che assiste in quanto anziana, malata o disabile.
  • Consentire soluzioni alternative sul lavoro

Oltretutto, creare un ambiente di lavoro inclusivo soddisfa tutti e può aiutare il datore di lavoro ad assumere e mantenere i migliori talenti, ottenendo le migliori prestazioni possibili da parte dei dipendenti.

Abitazione e situazione familiare

Il Codice proibisce ai proprietari di abitazioni in affitto di discriminare le famiglie con figli o quelle dove c’è un familiare che viene assistito. Ciò vale per la concessione dell’affitto, lo sfratto, le regole edilizie, le riparazioni e l’uso di servizi e strutture.

I proprietari di abitazioni in affitto non possono rifiutare né osteggiare le richieste di famiglie con bambini solo perché immaginano che questi possano essere rumorosi o danneggiare le proprietà, facendosi scudo con definizioni quali: “ambiente abitativo quieto”, “abitazioni non insonorizzate” o “appartamenti per uno stile di vita adulto”. Anche se ovviamente ci si aspetta che i genitori educhino i figli a non disturbare i vicini e si comportino da buoni inquilini, non possono essere molestati o sfrattati a causa della normale rumorosità dei loro bambini. Altre politiche abitative che creano barriere per le famiglie con bambini, e che sono proibite dal Codice, sono:

  • Regolamenti abitativi arbitrari, ad esempio quanti bambini possano abitare in un appartamento
  • Politiche che non consentano alle famiglie di trasferirsi in altri appartamenti dello stabile, se ne hanno necessità
  • Restrizioni all’accesso dei bambini alle aree comuni o ricreative

I proprietari di abitazioni in affitto e gli altri inquilini non devono discriminare un inquilino (o una persona che chiede l’appartamento in affitto) perché fornisce o riceve assistenza familiare. Un genitore part-time, single o una donna in gravidanza, una famiglia che riceva il sussidio sociale o che abbia al suo interno un disabile, un anziano, una lesbica, un gay o appartenga a una minoranza visibile, devono avere le stesse opportunità di impiego e di abitazione.

I proprietari di abitazioni in affitto devono:

  • Selezionare gli inquilini in modo equo
  • Supportare le necessità abitative di tutti i tipi di famiglie e di relazioni di assistenza familiare
  • Rimuovere le barriere
  • Assicurarsi attivamente che gli inquilini non siano molestati

I regolamenti condominiali, le strutture e i servizi devono essere adeguati a queste necessità e al rispetto dei diritti umani.

Servizi e situazione familiare

Gli individui possono incontrare barriere e discriminazioni a causa della loro situazione familiare, quando utilizzano servizi e strutture. I fornitori di servizi hanno bisogno di riconoscere e accomodare le esigenze speciali di chi offre assistenza familiare e delle loro famiglie. Ciò vale per settori come la ristorazione, il dettaglio, l’ospitalità alberghiera e le sale cinematografiche. Ma vale anche per le scuole, i trasporti pubblici, le attività ricreative, i servizi sociali e gli altri servizi.

Esempi di adeguamento alle esigenze delle situazioni familiari:

  • Edifici senza barriere per carrozzine e passeggini
  • Piscine e altre strutture ricreative basate sulla funzione, non sull’età
  • Regole per l’accesso ai ristoranti
  • Programmi scolastici flessibili
  • Regole inclusive per le visite in ospedale

I programmi speciali destinati alle persone, in base alla loro situazione familiare, sono consentiti se sono previsti per alleviare gli svantaggi o promuovere uguali opportunità.

Il dovere di adeguamento

Secondo quanto previsto dal Codice, i lavoratori, i sindacati e i fornitori di servizi hanno il dovere legale di adeguarsi all’identità di genere delle persone. Lo scopo è di permettere ai lavoratori, agli inquilini, agli utenti e ai clienti uguali benefici e partecipazione sul lavoro, nell’assegnazione di abitazioni e nella fornitura servizi, fino al limite dell’onere indebito, cioè quando l’obbligo di adeguamento comporterebbe costi o difficoltà insostenibili. Si tratta di un limite che va provato, perché lavoratori, sindacati, padroni di casa e fornitori di servizi devono dimostrare che l’adeguamento è troppo costoso o che creerebbe rischi eccessivi per la salute e la sicurezza.

L’adeguamento è una responsabilità condivisa. Chiunque ne sia coinvolto deve collaborare in questo processo, condividere informazioni e cercare assieme le soluzioni migliori. Non c’è una formula prestabilita. L’adeguamento può essere fatto a beneficio di molti, ma le necessità individuali vanno sempre prese in debita considerazione.

Molti degli adeguamenti possono essere fatti in modo semplice e a basso costo o gratuitamente. Ci sono però alcuni casi in cui l’adozione della soluzione migliore potrebbe rivelarsi un onere indebito. In tal caso, comunque, rimane sempre l’obbligo di verificare quali siano le soluzioni più efficaci possibili, in attesa che emergano opzioni migliori.

La persona che ha una situazione familiare deve: dire al datore di lavoro, ai sindacati, al padrone di casa o al fornitore di servizi quali sono le proprie necessità legate alla situazione familiare e dare le informazioni necessarie, aiutando a cercare le soluzioni migliori.

Il datore di lavoro, sindacato, padrone di casa o fornitore di servizi devono: accettare in buona fede le richieste di adeguamento.  Chiedere solo le informazioni necessarie per fornire l’adeguamento richiesto e tenerle riservate. Trovare una soluzione il più rapidamente possibile e coprire tutti i costi, compresi di consulenza e documentazione.

Per ulteriori informazioni

Nel sito www.ohrc.on.ca sono disponibili varie pubblicazioni, fra cui Discriminazione a causa della situazione familiare della Commissione dell’Ontario sui Diritti Umani (Ontario Human Rights Commission’s Policy on Discrimination and Harassment Because of Family Status).

Per sporgere una denuncia di violazione dei diritti umani, contattare il Tribunale dei Diritti Umani dell’Ontario (Human Rights Tribunal of Ontario) ai numeri:
Numero gratuito: 1-866-598-0322
Numero gratuito TTY: 1-866-607-1240
Sito Web: www.hrto.ca

Se avete bisogno di supporto legale, contattate il Centro di Supporto Legale per i Diritti Umani (Human Rights Legal Support Centre) ai numeri:
Numero gratuito: 1-866-625-5179
Numero gratuito TTY: 1-866-612-8627
Sito Web: www.hrlsc.on.ca

ISBN/ISSN
PRINT: 978-1-4435-8559-0 | HTML: 978-1-4435-8560-6 | PDF: 978-1-4435-8561-3
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